Parchi Nazionali USA. Guida, info e curiosità

Indice

Parchi nazionali USA: una guida per conoscere meglio le incredibili bellezze che può offrire il Nord America.

Quando si parla di Stati Uniti d’America una delle attrattive principali, dopo le grandi città come New York o Los Angeles, sono i Parchi Nazionali. L’America del Nord è fatta di distese sconfinate e spazi infiniti, tutte caratteristiche che agli occhi di noi europei colpiscono come qualcosa di straordinariamente diverso da ciò che conosciamo. Negli USA guidare per ore in mezzo al deserto senza incontrare anima viva è assolutamente normale, così come passare da sequoie giganti a scogliere a picco sul mare nel giro di poche miglia.

Ma andiamo con ordine e scopriamo di più sui parchi nazionali americani!

Cosa sono i Parchi Nazionali?

parchi nazionali usa

I Parchi Nazionali USA sono aree protette istituite dal Congresso degli Stati Uniti e amministrate da un’agenzia del Dipartimento dell’Interno chiamata National Park Service.
In tutto sono 59, situati in 28 stati, ma anche nei territori d’oltremare come le Samoa Americane e le Virgin Islands. Il primo ad essere istituito fu Yellowstone durante il governo del presidente Ulysses S. Grant nel 1872, mentre l’ultimo è stato creato nel 2013 in California, il Pinnacles National Park sotto il Presidente Obama.
La California è anche lo Stato che detiene il record di Parchi Nazionali, ben 9 distribuiti su tutto il suo territorio, seguita dall’ Alaska con 8, dallo Utah con 5 (i famosi Mighty Five) e dal Colorado con 4.

Inoltre, essendo amministrati dal National Park Service, la salvaguardia e la difesa dei Parchi Nazionali dipende strettamente dalla vita politica americana. In caso di shutdown (ovvero del blocco delle principali attività amministrative dovuto alla mancata approvazione da parte del Congresso della legge di bilancio), i Parchi Nazionali americani corrono un grave pericolo. Sto parlando di una chiusura quasi totale di ogni tipo di attività (visitor center, ristoranti, caffetterie, lavoro dei rangers, negozi di souvenir, ecc…) che potrebbe influire negativamente sulla vita stessa dei parchi.

Quali sono i Parchi Nazionali Americani?

Ma quali sono i più famosi? Quali invece le piccole chicche da non perdere?
Sicuramente i due più conosciuti sono lo Yellowstone, situato nella parte centrale del continente americano tra Wyoming, Montana e Idaho, e il Grand Canyon in Arizona. Chi di voi non ha visto almeno una volta fotografie suggestive di questi luoghi meravigliosi? Ma tra i 59 Parchi Nazionali, ce ne sono alcuni piccoli e poco conosciuti come il Capitol Reef (Utah), il King’s Canyon, vicino al più famoso Sequoia National Park in California, e l’ Olympic National Park (Oregon). Difficile stilare una classifica, poiché ognuno di loro si differenzia dagli altri per caratteristiche fisico-geologiche e naturali.

Uno dei miei preferiti in assoluto è il Bryce Canyon (Utah) perché è stato quello che più mi ha provocato il “wow-factor”, cioè quella sensazione di estrema sorpresa nel trovarselo di fronte per la prima volta. Il Bryce è formato da una serie di hoodos, guglie di roccia dal colore rossastro alte e sottili. Esistono diversi trails (sentieri) da percorrere e noi lo abbiamo fatto per un giorno e mezzo, perdendoci nel freddo di novembre tra la sabbia rossastra e il cielo azzurro.
Un altro parco che mi ha piacevolmente stupita è stato Canyonlands (Utah), per la sua somiglianza con il Grand Canyon, ma privo della calca di turisti che lo visitano ogni giorno. Oppure le Everglades (Florida), a cui sono legata da questioni affettive avendo vissuto in quello stesso Stato per tre anni. Non è il parco più bello che possiate trovare, ma avere la possibilità di osservare gli alligatori a pochi metri di distanza non ha prezzo.

Un ottimo ricordo lo conservo anche dello Zion National Park (Utah) poiché, insieme al mio fidanzato, abbiamo percorso un sentiero davvero impegnativo che non credevamo di riuscire ad affrontare e abbiamo raggiunto l’ Observation Point dopo quasi 700 metri di dislivello e 8 miglia di percorrenza.
Ultimi, ma non ultimi, tra i miei preferiti ci sono lo Yosemite National Park (che ho purtroppo visitato troppo di sfuggita e in cui sogno di tornare) e il Sequoia National Park, entrambi in California. Al Sequoia ho avuto l’onore di abbracciare uno di questi alberi millenari, esperienza consigliata da ogni guida che si rispetti e che davvero ha il merito di farci entrare in profonda comunione con la natura che ci circonda.

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Differenza tra National Parks e National Monuments

Attenzione a non confondere i National Parks, con i National Monuments, spesso sempre amministrati dal National Park Service, ma in numero ben superiore (117). Si tratta di aree protette che vengono istituite direttamente dal Presidente degli Stati Uniti senza dover passare per l’approvazione del Congresso.
Durante il mio ultimo on the road sono passata attraverso il Grand Staircase – Escalante National Monument in Utah, istituito dal presidente Clinton nel 1996. Mi ha colpito molto il fatto che nei paesini che lo circondavano ci fosse un grande senso di appartenenza e di affetto nei confronti di questo National Monument che, al momento in cui vi scrivo, corre il pericolo di “declassamento” da parte dell’attuale presidenza. Non è necessario essere esperti in politica estera per comprendere quanto un argomento del genere sia poco caro al vecchio Trump.

Come fa un parco ad essere dichiarato National Park?

Ma cosa rende un territorio “degno” di diventare Parco Nazionale? Innanzitutto un certo tipo di bellezza naturale (pensate che addirittura 14 di essi sono stati nominati Patrimonio UNESCO), seguito da un ecosistema inusuale, da elementi geologici unici e da opportunità di diventare aree di svago per i visitatori (aree picnic, presenza di sentieri o di attrazioni che portino il turista alla visita del parco). Molti dei Parchi Nazionali, inoltre, sono stati in passato National Monuments, per poi passare di grado ed entrare a far parte dei magnifici 59.

Consigli per visitare i National Parks

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Ora che abbiamo stabilito i fatti, veniamo al dunque, perché se siete alla ricerca di idee utili per organizzare il vostro on the road per i Parchi Nazionali di seguito troverete tutte le informazioni di cui necessitate.

Less is more! Non strafare

Il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di non strafare cercando di vedere quanti più parchi possibili. Prediligete la qualità alla quantità e questo ve lo dico per esperienza personale. Durante il mio primo on the road ho commesso l’errore di voler visitare quanti più parchi possibili e ricordo ancora la sensazione di delusione e di pentimento all’ interno degli Arches National Park (Utah) mentre mi rendevo conto di aver visto tanti luoghi di sfuggita, ma di non essere riuscita ad assaporarne veramente nessuno nella sua interezza. Dunque, piuttosto saltatene uno ma rimanete almeno due giorni in un altro, camminate per i suoi sentieri, sorseggiate un caffè nella lobby di un lodge, rilassatevi davanti al camino, ma non fate le corse. Vi garantisco che non ve ne pentirete.

Attrezzatura per visitare i Parchi Nazionali

Non dimenticate di portarvi dietro l’attrezzatura adatta per visitare i parchi. Un paio di scarpe da ginnastica comode e dalla suola antiscivolo, ma se avete scarponi e attrezzatura da montagna ancora meglio. È vero che nella maggior parte dei parchi si possono raggiungere i punti panoramici principali in macchina, ma è anche vero che con le centinaia di sentieri a disposizione del visitatore, è un peccato non approfittarne. Se non siete scalatori provetti, non preoccupatevi, perché all’ entrata di ogni parco vi verrà consegnata una mappa con una lista dettagliata di tutti i trails e della loro difficoltà. Vi garantisco che ne esistono per ogni livello. Se non ricevete la lista o se avete qualsiasi tipo di domanda, rivolgetevi pure ai ranger che trovate al visitor center, sapranno rispondere a qualsiasi quesito!

Leggi il mio articolo su ‘Cosa mettere in valigia. La guida definitiva’, cosi da essere sicuro di non dimenticare nulla!

America The Beautiful

Se avete intenzione di visitarne più di un paio, vi conviene acquistare America the Beautiful, il pass annuale dal costo di 80 $ che permette al proprietario del pass e ad altri 3 adulti (maggiori di 16 anni) di entrare con la propria auto all’ interno dei 59 Parchi Nazionali Americani, dei 117 National Monuments e di oltre 2000 siti in tutti gli Stati. Se pensate che un’entrata singola vi può costare dai 20 $ ai 35 $ a persona, capirete bene che spenderne 80 $ per tutta la famiglia è un vero e proprio affare. Inoltre quando entrate nei musei o partecipate ad attività turistiche, chiedete sempre se con America the Beautiful avete diritto ad uno sconto. Per esempio, noi abbiamo visitato il faro di Piedras Blancas in California con uno sconto del 50 % grazie al pass.

Il Passaporto dei Parchi Nazionali

Veniamo ora al mio argomento preferito, una mossa di marketing commerciale che ha fatto guadagnare miliardi di dollari al Dipartimento dell’Interno ed di cui io sono ferma sostenitrice. Sto parlando del Passaporto dei Parchi Nazionali e, se non ne avete mai sentito parlare, preparatevi ad entrare anche voi nel loop più efficace di sempre. Da viaggiatrice incallita quale sono, ho sempre provato un determinato grado di soddisfazione ogni qualvolta al mio passaporto veniva apportato il timbro del paese visitato (ditemi che non sono la sola, vi prego!). Insomma, quanto è bello aprire il proprio documento e vedere decine di pagine con le date e i nomi di altri Paesi?

Bene, qui siamo più o meno sullo stesso livello, perché ciò che viene venduto in tutti i visitor center è proprio un libricino blu (9.95 $) diviso in 9 regioni, pronto ad accogliere i timbri con data di tutti i Parchi Nazionali, National Monument e aree protette. Geniale, vero? Per ogni timbro (gratuito), il visitatore può scegliere di abbinare lo sticker del parco in questione (che in genere costa 1,99 $ e che io, ovviamente, ho scelto di acquistare). Un’altra idea brillante è che in alcuni dei parchi più grandi oltre al timbro con la data e quello del parco ve ne sono molti altri da collezionare, situati in più visitor center o in alcuni musei. Al Grand Canyon, per esempio, erano circa una decina.

Programma Junior Rangers

Se avete invece dei bambini, non mancate di farli partecipare al programma Junior Rangers. Si tratta di un programma educativo creato per i più piccoli. Prevede il ritiro di un blocco di domande prima dell’ingresso, alle quali i bambini dovranno rispondere durante la visita. Alla fine della giornata il ranger, con una cerimonia molto divertente, nominerà il bambino junior ranger ed dal suo canto il piccolo prometterà di impegnarsi per salvaguardare i Parchi Nazionali a vita. È un modo molto carino e intelligente per fare avvicinare anche i più piccoli alla natura e insegnare loro, fin dalla più tenera età, l’importanza delle aree verdi per il benessere del nostro pianeta.

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🇺🇸 It took me 4 days, but finally the travel itinerary for my 36 days trip in California and Southwest USA is completed. Here I was in the amazing Joshua Tree 🌲 National Park 🏞 trying to look casual. Link in bio 👆! ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ 🇮🇹 Dopo 4 giorni è finalmente online il mio itinerario di viaggio 🧳 di California, Utah e Arizona in 36 giorni. Scriverlo è stato più complicato del previsto, ma mi ha dato l’occasione di riguardare le foto 📸 meravigliose di quel periodo. Qui ero al Joshua Tree National Park 🏞 e stavo cercando di comportarmi con nonchalance…se volete leggere l’articolo, come sempre lo trovate in bio 👆. #joshuatree #joshuatreenationalpark #joshuatrees #nationalpark #nationalparkgeek #nationalparks #np #instaview #instame #california #californialove #californiaadventure #visitjoshuatree #visitcalifornia #travelblogger #travelgram #travelbloggeritaliane #travelbloggerlife #travelbloggeritalia #keysview #keysviewjoshuatree #followme #likeforfollow

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Dormire in un Parco Nazionale Americano

E’ possibile dormire all’ interno di un parco nazionale? La risposta non può che essere affermativa. Nella maggior parte dei parchi sono presenti magnifici lodge, costruiti in posizioni strategiche. Si tratta del modo migliore per visitare un parco, ma probabilmente anche del più costoso poiché le risorse all’ interno dei parchi nazionali sono estremamente limitate (acqua, elettricità, wifi, copertura rete del telefono, etc…).
I prezzi dunque lievitano, ma una mossa strategica per cercare di contenere i costi della propria vacanza è quella di evitare l’alta stagione. Io, per esempio, ho soggiornato sia all’ interno del King’s Canyon in California (alle Grant Grove Cabins del John Muir Lodge) che al Grand Canyon in Arizona (al Mawsik Lodge) tra ottobre e novembre, poco prima che il King’s Canyon chiudesse per la stagione e ho risparmiato quasi un 50 % su ciò che avrei potuto spendere visitando i parchi in estate.

Come richiedere l’ ESTA per gli Stati Uniti?

Okay, avete pensato alla macchina, avete definito l’itinerario, preparato le valigie con la giusta attrezzatura e vi siete informati a dovere sui Parchi Nazionali, la loro storia e la loro importanza. Cosa manca?
Beh, l’ESTA naturalmente, il visto turistico della validità di tre mesi obbligatorio per l’entrata negli Stati Uniti. Per i novizi il processo può essere un tantino intimidatorio, ma non lasciatevi prendere dal panico. Potete affidarvi a siti esterni che penseranno a richiedere l’ESTA e cureranno la pratica dalla A alla Z oppure visitare il sito ufficiale del US Customs and Border Protection per poter fare richiesta. L’ESTA costa 14 $ ed è valido per 2 anni dalla data di emissione.

Un mio consiglio spassionato è il seguente: leggete bene le domande, e rileggetele una seconda volta dopo aver risposto a tutto. Una persona che conosco dopo aver fatto richiesta aveva probabilmente fatto girare la rotellina del mouse per distrazione e ad una domanda il NO si era tramutato in SI. La domanda poteva essere stata qualunque dal “Ha intenzione di visitare gli Stati Uniti per compiere atti di terrorismo?” al “È mai stata indagata nel suo Paese per crimini di guerra?”. Insomma, il visto le è stato negato e lei ha perso tutti i soldi della vacanza già prenotata. Non sto assolutamente cercando di farvi crescere il panico, sto solo dicendo di prestare un minimo di attenzione.

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Radici liguri, occhi sul mondo e valigia sempre pronta. Ho lavorato e girato gli USA per quattro anni (e vi assicuro che non sono abbastanza) e vivo molto meglio se ho un biglietto aereo prenotato. Da Dicembre 2018 condivido le mie avventure su Giada Wanderluster un contenitore di itinerari, consigli e foto ricordo.

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